Le complicanze che portano alla perdita del proprio bambino o alla morte perinatale sono tante, tra queste c’è la corioamnionite.

I medici ginecologi sono tenuti a diagnosticare e adottare terapie appropriate per la corioamnionite che, qualora non venga diagnosticata e trattata in tempo può portare il bambino al decesso o comunque a gravi conseguenze. In questo caso il medico ginecologo sarà responsabile per negligenza, e quindi in caso di aborto o morte perinatale a seguito di corioamnionite non correttamente trattata, sarà possibile chiedere il risarcimento danni per malasanità.

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La corioamnionite è un’infezione grave che riguarda la placenta, il corion (membrane fetali) e l’amnios (liquido amniotico). Solitamente questa patologia ha un’incidenza maggiore durante l’ultimo trimestre di gravidanza ed è un’evoluzione di una precedente infezione batterica o virale materna, ma può anche essere riscontrata durante il parto per via di un’infezione ascendente il tratto genitale femminile.

 

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Corioamnionite: le cause e i fattori di rischio.

Ci sono alcune situazioni che mettono la mamma in condizione di contrarre l’infezione.

Ecco quelli durante la gravidanza:

  • Esami Obiettivi Ostetrici ripetuti e troppo frequenti
  • Infezioni durante la gravidanza sostenute dallo Streptococco di tipo B o infezioni del tratto genito-urinario, infezioni vaginali
  • Incontinenza cervicale
  • Immunodepressione materna
  • Rottura prematura delle membrane
  • Eccesso di aumento di peso durante la gravidanza
  • Fumo, consumo di alcool e abuso di droghe durante la gravidanza

 

Ecco invece i fattori di rischio di contrarre la malattia durante il parto:

  • Parto pre-termine
  • Travaglio prolungato: quando il travaglio di parto si prolunga oltre le 24 ore, aumenta significativamente il rischio che un batterio possa risalire la vagina fino all’utero e, di conseguenza, fino alla placenta e al corion, poiché il tratto genitale femminile è maggiormente esposto durante tale periodo
  • Induzione del parto con prostaglandine

La corioamnionite può esporre la mamma e il feto a complicanze serie, in primis il parto prematuro, ma non solo.

Ecco perché la corioamnionite va diagnosticata tempestivamente e prevede il ricovero in ospedale in regime controllato  in modo da cercare di impedire il parto pretermine.

Nel 13% dei casi la corioamnionite purtroppo determina un danno fetale, nonché un maggiore rischio di decesso del bambino alla nascita. Tra i rischi  sul neonato ci sono gravi patologie cardiache o polmonari nonché alterazioni della risposta immunitaria.

 

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Corioamnionite: i sintomi

Spesso la corioamnionite è asintomatica, ma un ginecologo che sia scrupoloso e attento sa individuare i segni di una corioamnionite in corso, che generalmente sono:

  • Aumento della pressione e del battito cardiaco materno e fetale
  • Leucocitosi (aumento dei globuli bianchi del sangue) e positività ai markers infiammatori
  • Perdite purulente e di odore sgradevole
  • Iperpiressia (febbre oltre i 38° C)
  • Utero troppo morbido alla palpazione ostetrica

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Una volta individuata la corioamnionite alla madre dovrebbe essere prescritta una terapia adeguata di antibiotici e corticosteroidi (generalmente ampicillina associata a gentamicina) per arrestare la risposta infiammatoria e debellare i germi all’origine dell’infezione. I farmaci cortisonici servono anche a promuovere lo sviluppo polmonare del feto.

Per avere la certezza della diagnosi definitiva di corioamnionite è indispensabile l’analisi del liquido amniotico (amniocentesi), che però è un esame invasivo che può comportare un rischio di aborto dello 0,5 % e quindi non sempre necessaria. In alcuni casi, sulla base della presenza della sintomatologia specifica (febbre alta associata a due o più sintomi tra quelli sopraelencati), è sufficiente somministrare la terapia.

Se invece la corioamnionite si verificasse nelle ultime settimane di gravidanza o se insorgesse durante il parto, è bene procedere alla cura antibiotica per la madre cercando di far nascere il bambino in modo spontaneo, poiché il cesareo aumenterebbe il rischio di ulteriori infezioni.

In caso di sospetto diagnostico di corioamnionite è sempre indicato il monitoraggio ecografico del benessere fetale.

 

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Conclusioni

La corioamnionite è una patologia che se non diagnosticata in tempo e se non tempestivamente trattata, può causare danni permanenti a carico dei polmoni e del sistema nervoso centrale del neonato, nonché un gravissimo stato di sepsi generalizzata e la morte fetale e/o neonatale.

Ecco perché i medici, qualora non diagnostichino in tempo e non adottino terapie adeguate, saranno responsabili per negligenza e quindi punibili per legge.

Se tu o una tua familiare avete subito spiacevoli conseguenze causata da una coriooamnionite non diagnosticata, dovresti al più presto rivolgerti ad un avvocato specializzato in negligenza medica e risarcimento danni per malasanità. Ti diremo se potrai aver diritto ad un risarcimento dei danni subiti da te e dalla tua famiglia a causa di errori del personale medico durante la gravidanza o il parto.  Seguiamo i nostri clienti su tutto il territorio nazionale e non dovrai mai pagarci fino all’ottenimento del risarcimento danni.

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Corioamnionite non diagnosticata o trattata in tempo: malasanità e risarcimento danni