Qualche cosa di più in merito all’imperizia, all’imprudenza ed alla negligenza.
Come già avuto modo di ripetere, elementi fondamentali alla strutturazione della Colpa Medica sono, senza dubbio, l’imprudenza, l’imperizia, la negligenza.
Ma di cosa si parla effettivamente.
Didatticamente è da considerare imperito il sanitario che, durante la propria attività, abbia messo in atto un atteggiamento tecnico difforme, ovvero una diversa condotta rispetto quanto la maggior parte dei colleghi avrebbero proposto confrontandosi con il medesimo caso clinico. Ciò è tanto più vero allorquando la situazione non si caratterizzasse per una particolare (speciale) complessità, intendendosi in tal senso problemi per la cui soluzione occorra una competenza superiore a quella posseduta da un ipotetico “professionista medio”.
Dunque, può ragionevolmente affermarsi che è imperito colui il quale non riesca a concludere con successo quanto un professionista di pari qualifica ed esperienza avrebbe invece potuto regolarmente realizzare.
Di maggior rilevanza giuridica e certamente meno minimizzatili sono invece l’imprudenza e la negligenza.
Come anche nella comune accezione dell’uomo di strada, è imprudente il sanitario che non mostra di tener nella giusta considerazione i rischi cui un dato atteggiamento diagnostico o terapeutico può potenzialmente esporre un paziente, minimizzandoli o addirittura non prevedendoli, omettendo dunque contromisure adeguate alla prevenzione delle conseguenze.
In merito alla negligenza occorre invece proporre una rapida premessa; diligente è colui il quale ami di vero amore (diligere), in maniera totale ed incondizionata. Diversamente ed in tema di danno alla persona (suscettibile di valutazione Medico Legale) da malpractice, il negligente non ama nello stesso modo o non ama affatto; è dunque colui il quale dimostri trascuratezza e disinteresse nei confronti dell’assistito, non attuando strategie diagnostico-terapeutiche dovute o che la maggioranza dei colleghi, di pari professionalità e nelle medesime condizioni (anche logistiche), avrebbero attuato.
Tra le tre accezioni sin qui riportate, certamente l’imperizia è la meno grave, quella cui molto spesso il magistrato (quando in causa) mostra maggior comprensione ed indulgenza. Inescusabili, qualora dimostrate, sono invece l’imprudenza e la negligenza, quest’ultima elemento di maggior responsabilità e criticabilità.