Il paziente muore per via di dimissioni ospedaliere affrettate: l’ospedale deve risarcire 800 mila euro
Il problema delle cosiddette “dimissioni ospedaliere forzate” è reale, fastidioso e spesso rischioso. Rientrano nella casistica delle dimissioni ospedaliere affrettate tutte quelle dimissioni ritenute dal malato premature e/o improprie, ovvero quando gli operatori sanitari procedono alle dimissioni di un soggetto le cui condizioni di salute non sono tali da consentire l’uscita dalla struttura ospedaliera.
Se credi di essere anche tu vittima di malasanità per un caso simile di dimissioni ospedaliere affrettate e non sai come essere risarcito, chiedi la nostra consulenza gratuita per un’analisi dettagliata dei fatti: contattaci.
Solitamente si verificano quando l’ospedale riscontra la necessità di rendere disponibili i letti per nuovi ricoveri, e allora i medici curanti decidono di rimandare a casa i pazienti ricoverati che a loro giudizio sono guariti, ma che in realtà necessiterebbero di ulteriori giorni di permanenza presso la struttura ospedaliera.
Eppure la legge parla chiaro: ogni ospedale è tenuto a prendersi cura dei propri pazienti fino a quando l’urgenza non è rientrata, ovvero non prima della totale scomparsa di rischi tali da compromettere la salute degli assistiti.
A conferma di quanto appena detto riportiamo la sentenza del 2 marzo 2011, n. 8254 della Corte di Cassazione Sezione 4 Penale
Nel praticare la professione, il medico deve, con scienza e coscienza, perseguire l’unico fine della cura del malato utilizzando i presidi diagnostici e terapeutici di cui al tempo dispone la scienza medica, senza farsi condizionare da disposizioni o direttive che non siano pertinenti ai compiti affidatigli dalla legge e alle conseguenti relative responsabilità. Ciò vale, in particolare, per le linee guida dettate dall’amministrazione sanitaria per garantire l’economicità della struttura ospedaliera (in ipotesi, per accelerare le dimissioni dall’ospedale non appena si raggiunga la stabilizzazione del quadro clinico del paziente), onde il medico, che ha il dovere anche deontologico di anteporre la salute del malato a qualsiasi altra diversa esigenza, e si pone rispetto a questo in una posizione di garanzia, non sarebbe tenuto al rispetto di tali direttive, laddove risultino in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non potrebbe andare esente da colpa ove se ne lasci condizionare, senza adottare le decisioni più opportune a tutela della salute del paziente.
Cosa successe a Napoli ad un paziente malato di cuore?
Stroncato da un infarto, dopo una dimissione “troppo veloce” dal pronto soccorso dell’ospedale, il signor A.M., di 63 anni, era giunto il 2 gennaio del 2011 al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare di Napoli. Il paziente giunse in ospedale in ambulanza, in preda ad un opprimente dolore toracico. Ma dopo appena 2 ore, nonostante un elettrocardiogramma non proprio rassicurante, venne decisa la dimissione: il referto riportava un generico e palliativo “dolore toracico”. La cosa sconcertante risiede nel fatto che non vennero ripetuti gli esami enzimatici fondamentali per l’accertamento di un infarto in atto, e così in signor A.M. torna a casa. Ma dopo poche ore fu costretto a richiamare il 118, che fece scattare il trasferimento d’urgenza al II Policlinico di Napoli. Il quadro cardiaco però era ormai irreversibilmente compromesso e degenerato, e l’uomo muore il 3 gennaio 2011.
Dopo accertamenti ed indagini durate anni, l’Asl Napoli 1 è stata condannata dal giudice Francesco Graziano (Tribunale di Napoli-VIII Sezione civile) a un maxi risarcimento per gli eredi dell’uomo: quasi 800 mila euro da corrispondere a moglie e figli.
Nella sentenza si parla di “plurimi episodi di negligenza” del personale sanitario del nosocomio Loreto Mare e: se si fossero effettuati tutti i dovuti accertamenti, magari trattenendo qualche ora in più il paziente (come richiedono i protocolli e le linee guida), si sarebbe potuto quasi certamente individuare, e quindi trattare opportunamente, l’infarto in atto.
La pronuncia della sentenza è arrivate solo il mese scorso, dopo anni di battaglie legali.
Una storia che sicuramente evidenzia ancora una volta come le plurime negligenze riscontrate nei pronto soccorso nazionali, se non urgentemente affrontate e corrette da chi ne ha il potere, portino anche a distanza di anni a pesanti e gravosi risarcimenti danni, tutti a carico del sistema sanitario nazionale.
Fonte: ANSA
Se credi di essere anche tu vittima di malasanità per un caso simile di dimissioni ospedaliere affrettate e non sai come essere risarcito, chiedi la nostra consulenza gratuita per un’analisi dettagliata dei fatti: contattaci.
Cosa fare nei casi in cui il paziente reputa le dimissioni improprie ed affrettate?
Se a causa di un comportamento simile hai assistito al peggioramento della salute o, peggio ancora, al decesso di un tuo caro, dovresti valutare insieme a dei professionisti la possibilità di avanzare richiesta di risarcimento danni.
Ma ci sono dei comportamenti da attuare subito, quali:
- mettersi in contatto con il primario del reparto e con i medici che hanno avuto in cura il paziente, chiedendo chiarimenti sulle ragioni delle dimissioni ritenute premature;
- non firmare e non fare firmare dai parenti alcun foglio di dimissioni, perché questo equivarrebbe a un assenso che renderebbe più difficile una contestazione futura;
- provare a fare intervenire il medico di base: chiedetegli di accertare la necessità di cure ospedaliere, di terapie o di interventi ancora da effettuare in ospedale. Ricordiamo che in base al nuovo accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale, fra i compiti del medico di famiglia rientra anche quello di poter avere accesso ai luoghi di ricovero dei propri assistiti ed eventualmente partecipare alle decisioni che li riguardano;
- chiedere al medico di famiglia di sollecitare la direzione sanitaria a contattare altre strutture idonee al ricovero per il proseguimento della cura che lui ritiene idonea;
Se invece vuoi fruire del supporto dei nostri professionisti, che sapranno indirizzarti sulle azioni giuste da compiere, chiedi una consulenza gratuita per un’analisi dettagliata dei fatti: contattaci.