Il maxi-risarcimento da 1 milione di euro sarà ora accreditato alla famiglia del neonato, segnato per sempre dal grave caso di malasanità.

Il maxi risarcimento da 1 milione di euro arriva sulla scia di un caso di malasanità pediatrica materializzatosi in Toscana nell’estate del 2013, quando un neonato era rimasto vittima di gravi danni permanenti causati da ipossia, cioè la mancanza di ossigeno causata da manovre errate al momento del parto. Una situazione drammatica che aveva costretto la famiglia a rivolgersi ad un avvocato per intentare un’azione legale nei confronti della struttura nosocomiale. L’azienda ospedaliera, intanto, aveva disposto una perizia medico legale interna, rivelatasi in seguito decisiva.

Secondo l’accusa, l’equipe sanitaria non aveva seguito il protocollo. Nello specifico, i sanitari del reparto di ostetricia in servizio quel giorno non aveva eseguito un monitoraggio cardiotocografico fetale, ossia uno screening che consente di individuare la frequenza cardiaca fetale e la contrazione dell’utero.

Secondo l’accusa, dunque, sarebbe bastato effettuare il monitoraggio per captare la grave condizione del feto ed agire di conseguenza con un parto cesareo, anticipando di 30 minuti la nascita del bambino, anziché attendere l’esito del parto naturale. Dopo aver studiato il caso e aver disposto le perizie, il legale della famiglia aveva avanzato una richiesta di risarcimento malasanità pari ad 1 milione e 172mila euro, oltre ai danni patrimoniali e non, quantificati in 300mila euro ciascuno e agli interessi legali.

Data la somma superiore ai 500mila euro, era stato coinvolto anche il comitato regionale valutazione sinistri che agli inizi del 2015 ha dato il suo responso.

La trattativa è stata chiusa con il maxi- risarcimento da 1 milione di euro che ora la locale Asl dovrà accreditare alla famiglia del neonato, segnato per sempre dalla malasanità.

Risarcimento malasanità: 1mln di euro per lesioni ad un neonato