Decesso in ospedale per malasanità, muore un giovane ragazzo per colpa medica: il risarcimento danni ammonta a 780 mila €

Il fatto si è svolto a Comiso (CT) e riguarda Salvatore Gurrieri, che oggi avrebbe 34 anni. Il ragazzo il 10 giugno morì all’ospedale di Vittoria, dove era arrivato il 10 Giugno 2013 a causa di un incidente stradale molto grave avvenuto in via Bufalino. Recentemente l’ASP è stata condannata ad un risarcimento record: 780 mile euro per i familiari della vittima, e nello specifico 489 mila euro ai genitori, 141 mila al fratello e 150 mila alla sorella.

Sebbene il maxi risarcimento predisposto dal giudice ai danni dell’ASP di Ragusa non restituisca il congiunto alla propria famiglia, è comunque un risultato che donerà forse alle vittime di questa tragedia un po’ di senso di giustizia.

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Come sono andate le cose? Cosa successe in quelle ore?

Perché stiamo parlando di decesso in ospedale per colpa medica? Come si sono sviluppati i fatti?

Nel 2013 Salvatore aveva 30 anni, e si ritrovò coinvolto in un gravissimo incidente stradale verificatosi in via Bufalino a Comiso. Lo scontro frontale avvenne tra l’auto guidata da Salvatore (una Fiat Punto) e un’altra auto (anch’essa una Fiat Punto) con a bordo tre 3 giovani comisani, di 27, 26 e 23 anni. Tutti ricoverati presso lo stesso ospedale di Ragusa. Ma Salvatore Gurrieri non riprese mai coscienza.

L’incidente avvenne intorno alle 3 di notte, e alle 3.37 si è registrato l’arrivo di Salvatore Gurrieri al Pronto soccorso. Una prima Tac riscontrò tantissime fratture e anche un’emorragia in corso. Il ragazzo venne allora intubato e sottoposto a trasfusioni di sangue e infine sottoposto ad un intervento chirurgico.

Il giorno  dopo, alle 14, una nuova Tac confermò che l’emorragia non si era ancora fermata; così alle 20 il ragazzo entrò di nuovo in sala operatoria, ma alle 4 del mattino seguente venne dichiarato il decesso.

L’impatto fu certo devastante, ma i familiari notarono subito le concitate fasi del soccorso, ravvisando inoltre anche altre mancanze nelle operazioni necessarie a salvare la vita al loro caro, atti di negligenza e perdite inutili di tempo. Così denunciarono i fatti, trovando accoglimento presso il giudice del tribunale di Ragusa, che ha appunto predisposto un risarcimento di 780 mila euro. Inoltre l’ASP dovrà pagare anche le spese legali, quantificate in 11 mila €.

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La posizione dell’ospedale e la difesa

Una decisiva mazzata giudiziaria ai danni dell’ospedale, arrivata dopo 4 anni dallo svolgersi dei fatti. L’azienda ospedaliera ha ovviamente già proposto un ricorso avverso alla sentenza tramite il loro ufficio legale. Fatto sta che il presunto caso di malasanità oggetto della vicenda ha fatto ravvisare al giudice Laura Pastacaldi una condotta colposa del personale sanitario dell’ospedale Guzzardi di Vittoria. Infatti il giudice, in nome del Tribunale di Ragusa, ha emesso l’ordinanza con la quale dichiara di accertare “la condotta colposa del personale sanitario dell’ospedale di Vittoria e il nesso di causalità tra tale condotta e il decesso di Salvatore Gurrieri” .

L’ASP in sua difesa ha sempre sostenuto la correttezza dell’operato del personale medico di Vittoria. Ma il Consulente tecnico d’ufficio ha emesso un parere diverso, dichiarando che “la sopravvivenza dei pazienti con lesioni delle vene iliache è del 65,1% fino al 95% in caso di pronto intervento chirurgico in riparazione della lesione”.

 

Ma quando e in che misura il decesso per colpa medica è risarcibile?

Innanzitutto il Tribunale deve accertare la colpa ed evidenziare se la responsabilità della struttura sanitaria è di matrice contrattuale. Generalmente si chiede al danneggiato di fornire la prova “dell’esistenza del contratto e dell’aggravamento della situazione patologica, nonché del relativo nesso di causalità con l’azione o l’omissione dei sanitari” e “deve essere raggiunta la prova, sulla base di un giudizio controfattuale, che – con alta probabilità logica – una condotta alternativa corretta avrebbe scongiurato l’evento di danno verificatosi”.

Infine, il Tribunale prende posizione sulla richiesta di risarcimento del danno morale subito dai congiunti della vittima.

La legge si è più volta espressa così: “la perdita di un prossimo congiunto viola un diritto giuridicamente tutelato” e “la stessa natura del vincolo che unisce i componenti della famiglia nucleare giustifica il diritto al risarcimento del danno morale, in virtù di una presunzione, rilevante ex art. 2727 c.c.”.

Se ti sei ritrovato a vivere la dolorosa perdita di un tuo familiare e se credi si sia verificato un decesso a causa di malasanità, di negligenza medica o imperizia, contattaci. Ti aiuteremo, nel caso sussistano i fatti, a ottenere la giustizia che ti spetta.

Decesso in ospedale per colpa medica e malasanità: risarcimento danni di 780 mila €